D&D – Avventure nel mondo di Far – Puntata 01

Sì… Sì, lo so… alla maggior parte dei GiocaTorinesi piacciono solo i giochi da tavolo… non è detto però che ad alcuni non piaccia mettersi li con un foglio, una matita, una gomma, un bel po’ di dadi e darci dentro contro goblin, orchi e draghi con il buon vecchio D&D!

E allora… e allora vi racconterò le disavventure ludiche, nel favoloso mondo di Far, di un manipolo sgangherato di eroi.

Per dovere di privacy non citerò né i nomi dei giocatori, né i nomi degli eroi (la privacy va rispettata in tutti i piani e multiversi, noti e non).

Il mondo di Far è stato partorito dalla mente del nostro master il quale, non contento delle “poche” razze esistenti, ne ha aggiunte alcune di sua invenzione… che vi descriverò cammin facendo.

Ora il cast:

Mr. Black, il mago umano (io, il narratore)

Ms. Blonde, il druido mezzelfo

Mr. Brown, il monaco nar (una delle razze inventate dal master)

Ms. Green, il guerriero elfo

Mr. Grey, il guerriero mezzelfo

Mr. Pink, il ranger nar

Mr. White, il chierico umano

Mr. Yellow, il ladro halfling

Sì, ho preso spunto dalle Iene di Tarantino… allora?

Vi narrerò in maniera un po’ strana, ma a me piace così per cui….

I RACCONTI DEL MAGO – L’INCONTRO

<<Alba Verde, curiosa cittadina sulla striscia di Bath, ho soggiornato lì per diversi giorni in attesa che accedesse qualcosa di interessante. Cittadina piena di bigotti, guardie e troppe razze strane, ma è pur vero che se è un’avventura quella che cerchi, da qualche parte bisogna pur incominciare…

E’ proprio li che è incominciato tutto. Stavo girando per le sporche vie del centro quando, di fronte ad una delle tante losche taverne, assisto ad una scena curiosa che attira la mia attenzione e quella dei pochi passanti di quel tardo pomeriggio di inizio autunno. Generalmente non avrei dato tanto peso a quanto accadeva. Vedere un ubriacone barcollante rovinare a terra era abbastanza comune, anche a quell’ora del pomeriggio, ma quel tizio aveva qualcosa di strano. Era una giornata abbastanza calda, ma lui stava curiosamente avvolto nel suo mantello, curvo e instabile. Non procedeva come un classico ubriacone, seguito da un olezzo di vino e birra… pareva sfinito e febbricitante. Appena cadde a terra iniziò a muoversi convulsamente. Decisamente troppo strano. Sembrava che dietro ci fosse lo zampino di qualche sortilegio, ma alla mente non mi veniva nulla in grado di dare simili effetti… e si che di incantesimi debilitanti ne ho sempre conosciuti molti.

Incuriosito decisi di avvicinarmi di qualche passo e mi resi presto conto che da sotto il mantello era ben visibile un’arma, forse una spada… La lama aveva un aspetto curioso. Mentre cercavo di studiare meglio l’individuo quello che credo fosse un suo amico gli si avvicina per aiutarlo ad alzarsi: un giovane monaco con degli strani baffi a manubrio e… un braccio curiosamente più magro e affusolato dell’altro.
 Entro breve anche altri curiosi individui si avvicinarono nel tentativo di dare una mano o forse di derubare il malcapitato, visto chi si fece avanti. Una druida ricoperta di pelli e stoffe verdastre, chiaramente di origine elfiche ed umane, che non aveva neanche la decenza di andare in giro con un cappuccio per nascondere quelle odiose orecchie a punta accompagnata da uno di quei “fruga-tasche” che chiamano halfling. Incredibilmente gli ultimi due arrivati volevano dare una mano, ma sembrava che le arti della mezzelfa non fossero sufficienti a rianimare quel guerriero. Nel frattempo, inconsciamente, mi avvicinai ancora. Ora la distanza ridotta mi permetteva di riconoscere meglio gli umanoidi che facevano parte di quel curioso gruppetto. Anche l’uomo a terra era un mezzelfo, mentre il monaco era un nar: mancavano solo un drago e una scimmietta ed il circo era pronto…

Infine, spinto da spirito compassionevole, si avvicinò un chierico che in pochi istanti rimise in piedi il barcollante e pallido mezzelfo. Senza quasi accorgemene ero praticamente in mezzo a loro. Tutti visibilmente a corto di denaro ed impolverati, come appena arrivati da un lungo viaggio, forse come me anche loro stavano cercando la gloria e l’avventura. Il guerriero mezzelfo mi incuriosiva molto, volevo fargli qualche domanda, ma aveva bisogno di rifocillarsi. Proposi quindi di entrare in locanda per mettere qualcosa sotto i denti e fare quattro chiacchiere.

Fu così che, nella locanda, conobbi: Mr. Grey il guerriero mezzelfo, Ms. Blonde la druida mezzelfo, Mr. Brown il monaco nar, Mr. White il chierico umano e Mr. Yellow il ladro halfling. Non so come fosse potuto accadere, ma, solo dopo che il chierico si fu seduto, notai che cercava di celare inutilmente sotto il mantello due enormi ali da uccello con lunghe piume bianche. Veramente impressionante.

Parlammo per diverse ore, condendo il tutto con cibo e birra. Mr. Brown, forse per via del suo credo monacale, si limitò a bere acqua. Sarà stata la birra e magari anche l’ora, ma iniziammo ad alzare la voce raccontando di speranze e desideri d’avventura. Probabilmente attratti dal nostro desiderio d’avventura, due individui si avvicinarono al nostro tavolo. Senza neanche chiederci di avvicinarsi al tavolo, uno di essi sbattè sul tavolo una logora e bruciacchiata pergamena ed esordì dicendo:

“Buonasera! Io sono Mr. Pink. Parlate della vita e della morte? Cosa è la vita se non uno schema, un disegno a matita nella testa? Io spezzo la punta di quella matita in questo momento. Cerco un gruppo, le nuvole si stanno ammassando sui monti.”

Che tizio strano… e che frase patetica. La mappa però era vera. Nessuno se ne rese conto, ma mi bastò uno sguardo per riconoscere su di essa un glifo magico. La cosa si faceva interessante… sulla mappa erano anche raffigurati i monti di Knuz’ Arghut, ma il resto delle scritte erano illeggibili.

Insieme al curioso ed impolverato Mr. Pink, chiaramente un giovane ranger nar, c’era Ms. Green. Ad essa il ranger si rivolgeva sempre in modo ossequioso e formale. Ci disse che era una principessa, una guerriera elfica forse di nobili natali. A giudicare dall’atteggiamento e dai vestiti, però, ormai di una dinastia decaduta.

Dovevamo decidere il da farsi, ma chiaramente il gruppo era ormai costituito. Forse con loro avrei raggiunto la gloria che anelavo… e se così non fosse stato… beh, avrei cercato ancora… altrove…  >>

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