Zombicide – Il sogno di Doug

Dal diario di un sopravvissuto all’apocalisse Zombie.

8 – Aprile

Siamo in viaggio… Di nuovo… Questa volta andiamo verso Los Angeles. Chissà se nella città degli angeli può esserci sollievo per noi sopravvissuti a quest’inferno…

Mi son girato e ho visto un Doug molto nervoso intento a digrignare i denti nella cuccetta del camper. La cosa non mi stupisce più di tanto: Doug è un tizio nervoso… sempre. Oggi però lo è più del solito e quando è in questo stato può commettere follie.

Mi sono avvicinato a lui, assicurandomi di essere a distanza di sicurezza, e gli ho chiesto che cosa gli frullava per il cervello.

Doug prima di rispondere mi ha fissato con quel suo sguardo intenso e imprevedibile. 30 secondi di incertezze, poi finalmente ha parlato:

Doug: “Io sono di Los Angeles e ho sempre avuto un sogno…”.
Josh, sentita la risposta, ha deciso di intromettersi nel discorso.
Josh: “Le due cose sono correlate?”
Doug ha lanciato un’occhiataccia verso Josh. Ho già visto altre volte quello sguardo: quando stacca un’ascia dal cranio di una di quelle cose.
Doug: “Sei troppo spiritoso per i miei gusti. Potrei aver trovato il primo utilizzo per il mio “sogno”… Comunque. Ho un amico… anzi, avevo un amico. Era proprietario di un negozio d’armi.”
Il commento di Ned è stato puntuale.
Ned: “Siamo in America bello! Sai quanti negozi di armi ci sono in questo dannato paese, ormai dimenticato da Dio?”.
Doug: “Prova ad interrompermi un’altra volta. Ti prego…”.
Ho guardato Doug negli occhi. Iniziava ad essere seriamente infastidito da tutte queste interruzioni. Inoltre, brandiva la sua Taurus come fosse impaziente di usarla. Temevo il peggio.
Doug: “Forse non mi sono spiegato. Il mio ex-amico era in possesso di alcuni modelli di Minimi 5.56 x 45 mm. Il mio sogno è sempre stato quello di possedere una di quelle bellezze…”.

Improvvisamente è calato il gelo nel camper. Ci siamo guardati tutti negli occhi. Non servivano altre parole.
Abbiamo deciso di assecondarlo. In questi giorni è un bene essere armati fino ai denti…

15 Aprile

E’ passata una settimana e ancora non riesco a dimenticare. Ho deciso di scriverlo qui. Forse aiuterà.

Parcheggiammo il camper in una strada a due corsie e ci dirigemmo a piedi lungo una stradina. Andammo avanti per qualche centinaio di metri finché non scorgemmo un gruppo di infetti di fronte a noi che bloccava la strada. La fortuna, però, sembrò girare dalla nostra. A prima vista non scorgemmo niente di diverso da quei soliti esseri che camminano a mala pena.

Ricordo ancora quando li battezzammo i “deambulanti”, per via del fatto che ci davano il tempo di scappare, per quanto erano lenti.
Non sapevamo ancora quanto fossimo in errore…

Decidemmo di tornare indietro per cercare una via alternativa. Ci andò bene. Trovammo un tombino mezzo scoperchiato: saremmo passati dalle fogne.
Dopo aver camminato per un po’ trovammo un’uscita. Sbucammo da un tombino vicino ad un locale. A prima vista sembrò una specie di capannone adibito a magazzino, la cui porta era “strappata” dalle sue cerniere.
Sgattaiolammo dentro. Purtroppo lo trovammo vuoto, eccezion fatta per alcuni cadaveri in un angolo. Erano alcuni  poveretti come noi che, dopo aver fatto una strage di Infetti, probabilmente hanno scelto la morte piuttosto che questa… cosa.
Prima di iniziare quest’avventura recuperammo le armi dai cadaveri. A loro non servivano più, noi le avremmo consumate.
Josh prese un fucile insieme a Doug, io presi un’accetta, Wanda trovò un machete  e Ned acchiappò un piede di porco insanguinato. In quel momento Amy si lamentò. Era rimasta con una padella arrugginita, ma bella pesante. Mi scappò un sorriso. Sarebbe stata un’arma adatta ad una GOTH? Forse no, ma in una situazione del genere era meglio di niente.

Doug mise la mano in tasca e ne estrasse una cartina, dopodiché ci spiegò dettagliatamente dove erano i luoghi.
Di fronte a noi il nostro obbiettivo principale: l’armeria. A sinistra, l’abitazione del suo Ex-amico. Alla destra dell’armeria, invece, c’era la stradina per tornare al camper.

Era giunto il momento di discutere sul da farsi. Presi parola dicendo:

Ok… il piano è questo. Io e Doug, accompagnati da Josh, andremo in armeria. Ned, Wanda, Amy, voi andate a cercare cibo e viveri in casa e mi raccomando fate attenzione!”.

Doug ribatté: “Beh, conviene andare tutti in casa… il negozio sarà chiuso e servirà la chiave. Potrebbe essere in 4 stanze, ma non ricordo dove le tenesse con precisione…”.
Ned: “Squilibrato del c***o! Per quale stramaledetto motivo non lo hai detto prima?”.
Doug: “Ho un fucile in mano…”
Wanda: “Uomini… siete sempre i soliti! Andremo a cercare in casa questa schifosissima chiave e poi ci dirigeremo verso l’armeria. Josh e Doug ci copriranno con i fucili che hanno trovato qui, mentre gli altri verranno con me: sfonderemo le porte e uccideremo tutto ciò che si muove. Appena trovata questa dannata chiave apriremo l’armeria e… Doug spera solo che ci sia quello che tu hai detto che ci dovrebbe essere, altrimenti ti squarto come uno di quei pezzi di carne in putrefazione!”.

Il piano venne accettato da tutti. La diplomazia di Wanda raramente lasciava proseguire una qualsiasi discussione. A volte mi chiedo come avesse trovato quel lavoro di cameriera da drive-in.

 

Uno alla volta uscimmo dalla porta. Ned fu il primo. Andò verso l’ingresso della palazzina alla nostra sinistra e forzò la porta, rompendola. Al suo interno percepì un movimento, ma nulla di più.

Io e Doug raggiungemmo Ned per fornire copertura lungo la via centrale e nelle vie laterali. In queste ultime vedemmo due auto: una della polizia a sinistra ed una, che ci sembrò appartenere ad una qualche gang, a destra. Probabilmente una banda messicana, ma in quel momento non mi sembrò il caso di chiedere informazioni a Doug, che conosceva l’ambiente.

Amy andò verso l’auto dei “messicani” e trovò due pistole in oro. Doug in seguito ci disse che sembravano delle Beretta M51 leggermente modificate. Sulla canna di ogni pistola era stato inciso il nome di una donna e sul calcio di tutte e due campeggiava la scritta “Evil Twins”.

Wanda decise di cercare un’arma nell’auto della polizia, anche se più distante dall’ingresso.

Corsi all’interno dell’abitazione.

Appena entrato nella stanza, vidi un “deambulante” e lo uccisi  con un colpo di accetta in pieno cranio. Il corpo cadde rovinosamente a terra.
Maledizione! Il mio istinto aveva preso il sopravvento sul poliziotto. Ci fu troppo baccano, e non fu una cosa buona: il baccano attira gli Infetti.

La stanza dove ci trovammo aveva una porta su ogni lato. Grazie ad una planimetria della casa, fornitaci da Doug, potemmo analizzare le stanze e scoprire che la porta di destra divideva l’ala A da quella B e le altre 2 porte conducevano entrambe nell’ala A.

Non voglio sapere come Doug sia entrato in possesso di quella cartina…

A quel punto le cose cominciarono ad andare storte.

Alcuni suoni, purtroppo ormai noti, attirarono la nostra attenzione. Io e Doug ci girammo e guardammo in tutte le direzioni. A qualche centinaio di metri davanti a noi vedemmo 2 “deambulanti”, altri 6 sbucarono lungo la strada su cui si trovava l’ingresso del palazzo: 3 a destra e 3 a sinistra. Come diavolo fecero a comparire quasi dal nulla mi è oscuro tutt’oggi.

Wanda, ancora impegnata a cercare nell’auto della polizia, non si accorse di essere in pericolo. Amy tentò di gridarle qualcosa, ma la fermai subito: non potevamo permetterci altro rumore.
In quello stesso istante Josh scatto fuori dall’edificio, andando verso di lei ad una velocità folle.

Noi rimanemmo nell’ingresso come paralizzati ed osservare la scena. Josh raggiunse Wanda, la tirò a forza fuori dall’auto e la spinse verso di noi. Lei barcollò sui pattini fino a ritrovare l’equilibrio. Sembrava sul punto di gridargli qualcosa come:”Ma cosa ti dice il cervello??”, poi vide tutti gli infetti che erano comparsi dal nulla. Dopo un attimo di stupore sembrò volersi lanciare nella mischia con il suo machete appena trovato. Josh alzò un braccio, come ad intimarle un “alt”. Fece segno di no con la testa e le disse di raggiungerci, dopodiché si girò ed iniziò a sparare a tutto ciò che si muoveva.

Wanda restò come impietrita per qualche secondo, ma decise infine di dar ascolto a Josh e a noi tornando dentro l’edificio.

Appena fu al sicuro guardammo in direzione di Josh. Ci accorgemmo subito che il volume di fuoco del suo fucile era irrisorio per il numero di infetti che lo circondavano. Sparammo qualche colpo ancora, ma in breve fu circondato e l’unica cosa che sentimmo furono le sua grida.

Ancora oggi, la notte, rivivo quella scena e mi chiedo se abbiamo fatto il possibile per lui.

Il tempo non giocava dalla nostra parte, per cui dissi ad  Amy e Ned di aprire la porta per poter proseguire nella ricerca della chiave dell’armeria. Josh si sacrificò per darci tempo; non potevamo sprecare quell’occasione.

Aprimmo la porta di fronte a noi e corremmo nelle stanze, uccidendo facilmente tutto quello che ci si parò di fronte. Nel mentre Doug e Wanda dall’ingresso dell’abitazione ci fornirono copertura sparando e tenendo a distanza qualsiasi infetto.

Dopo circa dieci minuti di fuoco intenso, sentimmo la voce di Doug riecheggiare tra le stanze vuote, intervallata da continui spari. “Ci sono dei maledettissimi ciccioni!!”. Ci spronammo per concludere il prima possibile la nostra ricerca. Sapevamo tutti che l’arrivo di quei grassoni poteva voler dire solo una cosa: guai in arrivo ed anche belli grossi.

Quei ciccioni hanno la pelle coriacea, bisogna avere le armi giuste per abbatterli e in quel momento nessuno di noi possedeva tale benedizione. Doug e Wanda ci ricordarono di sbrigarci, mentre noi casa continuammo cercare.

Riuscimmo anche a trovare la chiave, insieme a delle munizioni, acqua, cibo e un mirino per il fucile di Doug (era sempre casa di un armaiolo). Il problema era l’orda di infetti che trovammo di fronte alla porta, una volta tornati nell’ingresso dell’edificio.
Wanda, presa da un coraggio mai visto, uscì e fece a fette due ciccioni a colpi di machete, poi tornò in casa. Lasciò il machete ad Amy e disse:”Ora l’armeria.”.

Rimanemmo sorpresi. Rincuorati però dalla determinazione di Wanda iniziammo tutti a sparare per crearci una via di fuga da quell’edificio.

A questo punto, approfittando del macello che stavamo facendo noi altri, Wanda si aprì un varco verso l’armeria.

La situazione degenerò in quel momento. Non appena la porta si aprì, l’allarme scattò. Wanda recuperò tutto il materiale che vide nel minor tempo possibile.
Trovò una motosega nascosta dietro il bancone: perfetta per contrastare quegli ammassi di carne infetta!
Si lanciò fuori e ritornò verso di noi pattinando ad una velocità mai vista.

L’allarme allertò qualsiasi cosa ci fosse nelle vicinanze. La strada di fronte all’ingresso era bloccata da una ventina di infetti tra i deambulanti e i soliti ciccioni. Il lato destro sembrava più praticabile, anche se pericoloso.

Ci fu un breve litigio sul da farsi. A quel punto Doug gridò:”Merda, quelli veloci!”. Ci girammo di colpo.

Tra tutti quei maledetti infetti ogni tanto capita di vedere questi “esseri”. Io penso siano i più pericolosi. Sembrano dei comuni deambulanti, ma si muovo al doppio della velocità… o forse più. Insomma, in un attimo ti sono addosso. Per questo li chiamiamo i “corridori”.

Optammo per il nostro lato destro, la macchina di quella banda ci avrebbe fornito un minimo di copertura, mentre le cervella degli esseri saltavano. Poi ci saremmo infilati in una stradina lì vicino per cercare di aggirare l’orda di infetti che occupava la strada centrale.

Wanda e Doug decisero di rimanere in casa, fu un grande gesto da parte loro. Cercarono di smaltire la situazione al meglio: lei facendo pulizia di ciccioni con la motosega, mentre lui con il fucile di precisione cercò di eliminare quanti più corridori poteva.

Io, Ned ed Amy imboccammo di corsa la strada di destra. Riuscimmo a spianare tutto ciò che ci si parò davanti.

Giungemmo all’angolo dov’era situato il magazzino. Tutto sembrò filare liscio. Svoltammo a sinistra e ci nascondemmo dietro ad un cassonetto. Guardammo oltre e vedemmo il camper. Era quasi fatta, questione di qualche centinaio di metri. Amy rimasero a coprire l’angolo. Io mi avvicinai all’incrocio con la strada principale. La maggioranza degli infetti stava cercando di entrare nell’edificio, ma si infrangeva sul muro di fuoco di Doug. I più resistenti venivano finiti da Wanda a colpi di motosega. Dopo un po’ vidi l’occasione giusta e scattai attraversando la strada. Mi nascosi dietro ad un altro cassonetto e mi accertai che nessuno mi avesse visto.

Mi girai per fare segno a Ned di venire verso di me. Fece per avanzare quando il muretto alla sua destra crollò. Da dietro comparve qualcosa di indescrivibile. Una montagna di carne infetta, addirittura più grande di uno di quei ciccioni. Ned fu costretto ad indietreggiare. Amy iniziò a sparare, erano saltati fuori dei corridori alle sue spalle e cercava di respingerli. 

Doug e Wanda avevano eliminato abbastanza infetti da poter uscire. Lo fecero e corsero verso di me. Wanda riuscì a raggiungermi velocemente, grazie ai pattini, e si nascose con me dietro al cassonetto. Solo in quel momento si accorse che Doug era rimasto indietro. Dal buco nel muro lasciato da quell’ “Abominio” iniziò ad uscire un orda di infetti. Doug fu costretto a lanciarsi nel magazzino per non farsi vedere.

Amy e Ned nel frattempo si trovarono circondati. Davanti avevano una montagna insormontabile, dietro infetti di tutti i tipi. Le quantità non permisero a loro possibilità di fuga.

Io e Wanda avevamo la visuale coperta. Non sapevamo più nulla di loro. Sentimmo solo gli spari. Poi le grida. Infine solo più i versi di quei mostri.

Ad un certo punto vedemmo Doug lanciarsi fuori dal capannone con uno scatto felino. Si fece largo a colpi di fucile e ci raggiunse.

Potevamo fuggire, purtroppo non c’era più nessuno da dover aspettare.

I colpi di fucile però attirarono gli infetti che iniziarono a dirigersi verso di noi.

Corremmo all’impazzata, ma i corridori ci raggiunsero dopo poco. Non so come, ma riuscimmo a farli fuori. Il camper era vicino. Ci voltammo ed iniziammo a sparare con gli ultimi colpi rimasti. Indietreggiammo mentre davanti a noi i corpi continuavano a cadere uno dopo l’altro. Stavamo letteralmente vomitando piombo.

Purtroppo sembravano non finire più. Per quanti riuscivamo ad ucciderne, altri ne comparivano. Doug esclamò:”Maledizione! Non ce la faremo mai! Sembrano uscire dalle fottute pareti!”.

Fu a quel punto che sentimmo la nostra schiena contro un muro. Pensavamo che fosse giunta la nostra fine. Mi voltai. Era il camper. Cercai immediatamente le chiavi, mentre i miei compagni tenevano a bada gli infetti. Le trovai, misi in moto e gridai a Wanda e Doug:”A bordo! Dobbiamo andarcene da quest’inferno!!”.

Si lanciarono letteralmente sopra e affondai il piede sull’acceleratore, lasciando dietro di me solo il fumo delle gomme sull’asfalto. Dietro di noi solo il rumore degli ultimi corridori che raggiunsero il camper per scontrarvisi. Poi più nulla. Eravamo “sopravvissuti”…

Mentre ci allontanammo Doug chiese a Wanda:”E le Minimi?”. La risposta fu breve e il tono poco felice:”Neanche l’ombra. Solo munizioni e la motosega.”.

Doug non disse nulla. Forse si sentì in colpa per la perdita dei nostri compagni.

Ancora oggi penso loro.
Amy, nonostante il suo aspetto, era simpatica… anche se era meglio non farla arrabbiare.
Ned… lui era ossessivo, collezionava sempre tutto, ma era un bravo uomo anche se scorbutico.
Josh… poco m’importava del suo passato da poco di buono. Quello che conta è l’oggi. E’ riuscito ad ottenere ciò che per lui contava più di tutto: un riscatto dai pregiudizi, ma soprattutto il rispetto.

Mi mancherete ragazzi.

 

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