D&D – Avventure nel mondo di Far – Puntata 06

Continuo a raccontare le vicende di un piccolo gruppo di avventurieri da qualche parte su Far…

Vi narrerò in maniera un po’ strana… ma a me piace così per cui….

I RACCONTI DEL MAGO – L’OMBRA DELLA MORTE

<<Al mattino, dei nostri compagni feriti solo due si furono ripresi. L’alba porta sempre speranza, ma quel mattino ci portò qualcosa di più. Al nostro accampamento arrivò un gleffor solitario che, appena ci vide, molto socievolmente si presentò come Mr. Orange. L’enorme cane umanoide aveva corpo massiccio e braccia possenti, chiaramente un barbaro. Inoltre, stranamente per la sua razza, aveva un enorme tatuaggio che arrivava fino alla gola. Vagava per quelle terre alla ricerca di un bugbear con il quale aveva un conto in sospeso. Vista la nostra comune missione decise di unirsi a noi. Un’altra spada ci avrebbe fatto comodo; sarebbe stata particolarmente utile ora che molti di noi erano malconci. Gli chiedemmo di tornare indietro con noi per qualche miglio per avere il tempo di curare le ferite dei nostri compagni.

Ci accampammo alla base delle montagne, nello stesso spiazzo in cui ci fermammo dopo l’aiuto del druido lucertoloide. Ci vollero giorni prima che tutti si ristabilissero, ma alla fine, rinvigoriti nel corpo e nelle intenzioni, riprendemmo il nostro viaggio. Camminammo per due giorni, fino a tornare al fosso dove il ranger era caduto. Ora potevamo agire in due modi: continuare sul vecchio percorso fino all’accampamento goblin, oppure avventurarci nei cunicoli sotterranei. Mr. White si mostrò subito titubante, ma non gli prestammo troppo ascolto. In fin dei conti era un essere alato, era prevedibile preferisse la superficie.

Era quasi il tramonto, ma i nostri due nuovi amici vollero calarsi lo stesso. In fondo, con una torcia accesa in una galleria, poco importa il tempo fuori.
Oltre a Mr. Blue e Mr. Orange anche Mr. Gray volle partecipare all’esplorazione, mentre noi aspettavamo notizie all’imboccatura del condotto. L’ultima cosa che potei gridare fu di non andare troppo avanti.

Trenta secondi dopo solo urla e disperazione. Da sopra non capimmo molto, ma dopo un interminabile minuto ricomparve Mr. Orange con l’armatura fumante e Mr. Grey con sulle spalle “le gambe” di Mr. Blue. Quei moncherini mutilati erano l’unica cosa che restava del piccolo halfling. Solo dopo aver visto i nostri sguardi sbigottiti Mr. Grey si rese conto di ciò che stava trasportando.
Lanciammo le corde per tirarli fuori da quell’incubo. Ci raccontarono di una pozza d’acqua in grado di animarsi e combattere… e sciogliere. L’armatura di Mr. Orange fu in grado di proteggere il suo proprietario, almeno il tempo necessario per fuggire. Mr. Blue non fu così fortunato e, nel vano tentativo di salvarlo, Mr. Grey aveva preso il corpo in spalla per portarlo agli amici, forse in grado di aiutarlo.
Ci furono attimi di sgomento, il giovane Mr. Brown era pietrificato dal terrore. Mr. White seppellì i pochi resti e pregò per l’anima del piccolo amico.

La morte di un amico, anche se appena conosciuto, ci portò a discutere su ciò che sarebbe accaduto al nostro spirito, qualora fosse successo anche a noi. Il chierico ci mostrò la visione del suo credo, versione accettata quasi da tutti, seppur con alcune differenze tra le varie razze. Tutti eravamo concordi al concetto di piani di esistenza differenti, tra cui il piano delle anime. Le grandi differenze stavano nel viaggio e cosa avremmo trovato alla nostra ultima destinazione.
Il chierico e il monaco parlarono di un’ascensione dell’anima e di città idilliache ad attenderci, gli elfi e il gleffor parlarono di animali totemici in grado di prendere i nostri spiriti e trasportarli in una terra di natura selvaggia ed infine c’era la versione dei fautori di magia. Per noi era tutto più confuso e oscuro. Molto meno poetico e più tetro. I nostri maestri ci parlavano continuamente del “flusso”. Tutti gli elementi di questa terra sono pervasi di energia a cui noi siamo in grado di attingere e parte di essa rimane con noi, alla nostra morte dobbiamo restituirla diventando noi stessi energia. Lo spirito entra nel flusso di energia che circonda le cose e viene trasportato. All’arrivo… nulla, un grande magma di energie che continuano a fluire. Spesso i maghi parlano del colore del flusso, chi dice bianco o azzurro come l’energia, chi rosso come il sangue e l’equilibrio altri, la maggior parte, nero come il male e la morte. Anche perché i pochi in grado di tornare, generalmente, sono oscuri arcanisti.

L’indomani avremmo deciso il da farsi, ma i goblin avrebbero pagato anche per quello.

Il giorno dopo decidemmo di proseguire verso l’accampamento goblin e sterminare quegli esseri malvagi. Mandammo Mr. Brown, Mr. Yellow e Mr. Pink a perlustrare la zona per capire il numero di nemici ed il numero di guardie. Da una prima ricognizione capimmo subito che la nostra impresa non sarebbe stata semplice. L’accampamento in realtà era un villaggio: sette case di legno e una trentina di nemici. Li mandammo per una seconda esplorazione, per capire il livello di sorveglianza ed eventualmente la presenza delle loro cavalcature.
Avevamo poche possibilità di successo con un attacco frontale, dovevamo giocare d’astuzia. Avremmo potuto aspettare la notte, bloccarli nelle case e attaccarli poco per volta… o ancora peggio incendiare le loro case.
Al ritorno degli esploratori scoprimmo, oltre ai turni di guardia delle sentinelle, la presenza di una decina di quelle bestie chiamate worg: le loro cavalcature. Mr. Pink arrivò orgoglioso, vantandosi di aver attaccato una sentinella di pattuglia alle spalle ed essere riuscito ad ucciderla in un sol colpo.
Mi si gelò il sangue nelle vene. – Ranger hai coperto il cadavere vero? – dissi con un filo di voce. La sua risposta non arrivò, ma il suo sguardo fu eloquente ed altrettanto il corno d’allarme dell’accampamento goblin che riecheggiava nelle nostre orecchie. Dissi solo una parola. Correte!
Eravamo di nuovo le prede.
Corremmo a perdifiato lungo il lato del villaggio, in direzione opposta al nostro arrivo, nella speranza di confonderli, ma non fu così.

Iniziammo una corsa disperata ed il gruppo si sfaldò. Il monaco, il ranger e il gleffor molto più veloci nella corsa scomparvero rapidamente nel bosco, mentre il piccolo halfling con le sue gambette corte faticava a starci dietro perdendo metri su metri.
Mi fermai nella speranza di confondere i nostri inseguitori, mi concentrai e creai dei rumori illusori di grida e passi che si spostavano perpendicolarmente alla nostra fuga. Giusto il tempo per permettere a Mr. Yellow di raggiungerci, per poi ricominciare a correre.
Ormai a portata di vista avevo solo Mr. White, Ms. Green e Mr. Grey. L’halfling era nuovamente rimasto indietro e chissà dove era finita Ms. Blonde. Continuammo a correre ancora per una cinquantina di metri, poi capimmo che era inutile correre ancora, così ci fermammo e aspettammo.

Dopo pochi istanti comparvero una decina di goblin e tre worg. I lupi si divisero sui miei tre amici, ma non abbastanza rapidamente da impedire a Ms. Green di uccidere un nemico con una freccia magistralmente diretta alla gola. Un worg saltò su Mr. White buttandolo a terra, fortunatamente fu tenuto a distanza con lo scudo. Il terzo lupo invece si diresse verso Mr. Grey il quale preferì sguainare gli artigli e colpire ripetutamente, mentre io da distante ebbi il tempo di caricare la balestra e dirigere un quadrello dritto tra gli occhi dell’ultimo lupo.
Anche Ms. Green finì a terra sotto il peso del lupo, proprio mentre Mr. Pink faceva la sua comparsa alle nostre spalle insieme al gleffor. Mr. Orange si lanciò alla carica e sterminò tre goblin da solo, si diresse poi in aiuto del chierico. Mr. Pink non riuscì a evitare un furioso attacco di due goblin e cadde, ma prima ne portò uno a terra con se. Comparvero infine anche Mr. Brown e il piccolo Mr. Yellow, le forze iniziavano ad equilibrarsi. Mr. White non si rialzò, il worg aveva colpito e superato lo scudo. Io usai tutte le magie che conoscevo, ma gli assalitori erano troppi, continuai quindi ad usare la balestra come meglio potevo.

I nemici caddero. L’ultimo colpo spettò a Mr. Grey, che finì il lupo rimanente. Cercammo i nostri amici. Purtroppo in molti erano a terra. Anche Mr. White, l’unico in grado di curare.
Mr. Pink, Mr. Brown e Ms. Green erano immobili. Erano già nel flusso.
Mr. White e Mr. Orange erano messi male, ma forse saremmo riusciti a salvarli.
Coprimmo meglio che potemmo amici e nemici e continuammo oltre il villaggio alla ricerca di un luogo sicuro.
In uno spiazzo accanto ad un torrente trovammo Ms. Blonde. Si era persa. Le spiegammo l’accaduto. Lacrime.
Non era ancora il momento di piangere i nostri amici però, eravamo ancora in pericolo… >>

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